Quarant’anni, un diploma nel cassetto, tanti lavori differenti, scalate su montagne in compagnia dei propri pensieri, avventure femminili quanto basta per non mettere radici, scritti, filosofie, manie, tra corse in bicicletta e fumo di tante sigarette … Ma il lavoro cambia, il corpo cambia e forse anche la mente comincia a elaborare un desiderio di nuovo. Un percorso per raggiungere l’impossibile, una strada nuova, per un sogno sognato. Forse irraggiungibile, con la sola ragione almeno. Ma c’è un ponte che lega le distanze, c’è un ponte che unisce le emozioni, o le allontana. Basta un computer e un collegamento a Internet. La rete è l’orizzonte e i sogni che si tuffano, oltre la linea di confine, sono come pesci impazziti che non vogliono annegare, ma desiderano oltrepassare lo specchio dello schermo, per vedere cosa c’è dall’altra parte. Ma ci vuole coraggio. A volte è meglio rimanere dentro alla sfera invisibile di protezione che ci siamo creati intorno, come una cinta muraria compatta che cela e difende il nostro castello. Ma a volte impugnare la spada è divertente e quasi doveroso tentare l’assalto. La guerra in fondo è un gioco. Bisogna esserci portati però, avere un’anima da guerriero, un corpo temprato e un cuore vero.

Il protagonista del romanzo “Ponte del Lovo“ rompe gli schemi. Osa uscire dal suo castello con coraggio e determinazione. Un gioco complesso, cervellotico, macchinoso, lentissimo. Un gioco di lettere con una donna sconosciuta incontrata nel mondo delle chat. Un gioco dove si esplorano le sfumature profonde e segrete dell’anima con la scrittura. Solo con la parola scritta è possibile esplorare gli abissi più assurdi. Ma chi è in realtà Nic? Chi si cela davvero dietro un nome e dietro chilometriche mail? Il desiderio di toccare il volto e la pelle di chi scrive a trecento chilometri di distanza, la voglia di conoscere l’autrice di quei pensieri femminili svelati e celati, amplifica il percorso di Mi (diminutivo di Maurizio), il protagonista, che è un acuto raccoglitore di emozioni e sa leggere le sfumature dell’anima, al di là delle frasi scritte. Il colloquio verbale non raggiunge questa profondità, l’imbarazzo, la titubanza, la reticenza, l’inadeguatezza emergono per frenare la comunicazione.

Protetto dalla distanza, costretto dalla lontananza, complice il desiderio di emergere e di sorprendere, con la parola scritta il protagonista osa. Vuole raggiungere il suo sogno, farlo esplodere, dopo tante, continue, acutissime lettere, anzi mail.

La fibrillazione dell’attesa, la delusione per una risposta mancata, il desiderio di comprendere oltre le righe, la voglia di musica, perchè le parole scritte sono note di una melodia senza voce.

Chi legge questo romanzo prova un arcobaleno di sensazioni seguendo, pagina per pagina, le sorti di questo personaggio, grafomane e un po’ narcisista.

Ma alla fine di questa storia, lo scrittore incontrerà il suo sogno? Chissà…  

Daniela Ori

 

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