Il Rifugio era un silo di cemento e duracciaio che penetrava per tre piani nel sottosuolo di New Earth. Dopo essersi sottoposto allo scanner della retina, l’uomo parcheggiò l’agravmobile nell’ampio garage al primo livello. Scese in tutta fretta dal veicolo e si recò al turboascensore che lo avrebbe portato ai livelli residenziali. Si trovava su New Earth da appena un mese e già odiava il più antico e borioso dei mondi della Prima Ondata; quel pianeta aveva in sé tutti i difetti dei mondi nati dalla prima fase della colonizzazione, quella effettuata dai governi terrestri e da essi guidata. I coloni avevano riproposto in grande scala le divisioni etnico – culturali presenti sul pianeta d’origine e così i trenta Vecchi Mondi si erano raggruppati in entità politiche per secoli tra loro divise e in lotta. Nel secolo precedente questi stati avevano trovato l’equilibrio nella Comunità di Mondi Indipendenti, in pratica un’area di libero mercato e mutuo soccorso.
Su una cosa solo i mondi della prima ondata erano stati concorsi: avevano riprodotto gli stessi errori ambientali già commessi dall’uomo sulla Terra. Le energie pulite, il controllo delle nascite e la capacità di creare in laboratorio qualsiasi materiale col procedimento della fusione nucleare avevano impedito l’avvelenamento dell’aria e l’impoverimento delle risorse. Ma gli umani non erano capaci di trattare i loro pianeti come ecosistemi complessi e si erano inventati una tecnica per controllare l’ambiente al fine di ottenere 365 giorni di bel tempo e clima mite a tutte le latitudini.

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Gabriele Sorrentino

Copyright by Gabriele Sorrentino 9.08.2008

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