Marisa Piccioli è una nostra nuova socia. È entrata nell’associazione I Semi Neri con discrezione e sta seguendo i nostri eventi con continuità. Non la conosciamo, non sappiamo nulla di lei. Ma è una scrittrice. E possiamo conoscere uno scrittore attraverso la sua scrittura. Così ne cogliamo lo stile, la cultura, la profondità e lo spessore. “L’estate di un radiocronista” è uno dei romanzi di questa autrice gentile ed è una storia piena di spunti di riflessione. Ci sono tanti personaggi, ciascuno descritto attraverso il rispettivo vissuto, le esperienze lavorative e di vita. E tutto ruota attorno al protagonista: Silvio, un giovane, nato in Svizzera che ha perso i genitori a causa di un incidente e che lavora a Milano come radiocronista. Con abilità coinvolgente, l’autrice ti porta dentro alla sua vita, incontrando i suoi amici, seguendo i suoi impegni di lavoro, le interviste, gli incontri, le sue chiacchierate con l’anziana vicina di casa appassionata di arte e le videochiamate col nonno Agenore che abita a Cervia ed è refrattario alle regole. Contemporaneamente la storia si sposta in Tunisia e ti fa conoscere la vicenda dei due fratelli Omar e Ahmed che riescono a venire in Italia tra mille traversie, superando pericoli, giorni di viaggio infiniti, fino a trovare lavoro dalle nostre parti, nella bassa pianura modenese. Intanto Silvio, sostenuto da Laura, l’avvenente direttrice della radio, ottiene un nuovo incarico e comincia a occuparsi di cronaca. Il suo impegno si sta dirigendo verso un percorso più profondo. Il mondo è cambiato, le relazioni pure. Il covid ha enfatizzato una serie nuova di crisi inaspettate, un modo di vivere completamente differente da prima del diffondersi della pandemia. Silvio affronterà la sfida di raccontare stati d’animo mutati e il sopravvento della tecnologia che ormai condiziona la nostra vita e la guida. Finché accadrà qualcosa. Un’inchiesta pericolosa, qualcosa che lo porterà a incontrare persone e a intravedere situazioni che non avrebbe dovuto nemmeno pensare. La storia di Silvio idealmente si scontra con quella dei due fratelli tunisini e sullo sfondo c’è la rivolta delle carceri avvenuta proprio con lo scoppio della pandemia e la sparizione senza risposta di Ahmed. 

Dopo le prime pagine dense di descrizioni lente e apparentemente slegate di tanti personaggi, poi la storia si riempie di azione, viaggi, sopralluoghi, inseguimenti, incontri e scontri, ostacoli e pericoli. Ma il filo conduttore del romanzo resta una triade di valori che si riassumono nell’onestà, nella coerenza e nel coraggio di Silvio. Oltre le modalità del mondo attuale, malato di frettolosità, superficialità, approssimazione e scarsa cultura, la storia di Silvio insegna a non avere paura di dire e di fare per conoscere la verità e per far trionfare la giustizia, oltre le coercizioni e la corruzione. Silvio incontra gli artefici di un metodo malato di vivere e agire, ne subisce le angherie, ma non si piega. E a quell’aperitivo sulla spiaggia paradossalmente partecipano tutti: onesti e disonesti. Il piglio deciso con cui il nostro protagonista sostiene lo sguardo di chi avanza l’ennesima minaccia, deve essere di esempio per noi, a non avere mai paura di dire e di agire, per combattere l’ingiustizia e sconfiggere i soprusi e gli inganni. 

Vi invito pertanto a leggere “L’estate di un radiocronista” di Marisa Piccioli, Giovane Holden edizioni, Viareggio 2024, pagine 155, 13,00 euro. È una storia attuale, che fa riflettere e sperare in un mondo migliore. 

Daniela Ori

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