Ho terminato di leggere il romanzo “Donne che ci credono ancora” di Mattia Ollerongis (Sperling & Kupfer, 2021).
“Ti stavo pensando” non è sempre una frase positiva quando si tratta di persone che hanno sofferto troppo, persone troppo sensibili.
Celestecielo lo sa benissimo, eppure dovrà attraversare un inferno più grande di quello che l’ha travolta per non continuare a distruggersi di più e forse morirne. Rovinare la sua vita di sicuro. Ha un hobby Celestecielo fin da quando era piccola: coltivare le mancanze. Proprio quelle che l’hanno segnata. Il passato non lo possiamo cambiare ma se non lo dimentichiamo, ogni giorno il passato cambia noi. E anche ciò che si dimentica non ci fa smettere di provare emozioni. Cambiare prospettiva è l’unica soluzione. È quello che cerca di fare Celestecielo alla Locanda dei cuori in sospeso dove si può raggiungere il luogo in cui tutto ha avuto inizio e trovare le risposte che si cercano. Spesso, come avviene nelle Costellazioni familiari, se non ci guardiamo con occhi diversi, di altri, in prospettiva, vediamo solo una parte di noi e di chi amiamo, finendo in relazioni tossiche e finendo anche col vedere in noi solo la parte ferita legata al passato. Allora andiamo a cercare ciò che non ci è mai stato dato e spesso arriviamo a ricevere solo ciò che non meritiamo. “Chi ama non smette di farlo quando perde qualcuno. Chi non ha mai amato, anche”.
Si dice che si torna dove si è stati bene ma per chi ha un passato da sistemare, ecco, questa persona torna anche dove ha sofferto, dove si è sentita sola, abbandonata e non amata. Perché una parte di lei, dominante se non guarderà in prospettiva la sua capacità di farcela, ancora si sente abbandonata e non amata. Si torna in una persona dove si crede di poter cambiare, con lei, il proprio passato, la persona che non ci ha amato abbastanza o che ci ha abbandonato.
Si torna anche ad abitare dove crediamo ci sia un inferno da sistemare, a cui crediamo ancora.
Chiara Domeniconi.